Pro Spilimbergo

 Fabrizio Travisanutto

Fabrizio è il titolare dell’azienda “Travisanutto Mosaics” e si avvicina al mondo del mosaico grazie al padre mosaicista, ex insegnante alla Scuola dei Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo, in seguito direttore di un laboratorio musivo a New York, dove Fabrizio si trasferisce insieme alla famiglia da piccolissimo per seguire il padre.
Torneranno in Italia cinque anni dopo, quando il padre si rende conto che il mercato del mosaico sta crescendo tantissimo ma manca la manodopera e in America non ci sono aiutanti. Così, di comune accordo con il collega Crovato Costante, decidono di restare operativi sia a New York, da cui iniziano ad arrivare numerose commissioni, che a Spilimbergo; e tra gli anni 80′ e 90′ prendono il via altre attività nel circondario dello spilimberghese, e prendono il via anche delle collaborazioni che permettono la crescita del mercato in modo da diventare una realtà importante.

Quando durante il periodo scolastico negli anni 90′, Fabrizio inizia a guardarsi attorno per capire cosa fare in futuro, il mosaico in Italia aveva due o tre realtà con a capo titolari di aziende anziani che probabilmente gli eredi non avrebbero sostituito per via delle loro scelte di vita differenti, e allora tali aziende sarebbero state destinate a morire. Così una volta finito il Liceo Classico, Fabrizio si iscrive alla Scuola dei Mosaicisti del Friuli e tre anni dopo entra nell’azienda di famiglia, dove suo padre si sarebbe occupato dell’aspetto organizzativo e la realizzazione dei progetti e Fabrizio dell’aspetto commerciale e la gestione aziendale.


Dietro ogni opera musiva realizzata dalla Travisanutto Mosaics c’è il bozzetto di un’artista, e la bellezza di questo lavoro è che ogni volta si lavora con un artista diverso, quindi diventa fondamentale che in azienda tutti sappiano fare tutti i tipi di stile per poter trasformare e tradurre in mosaico i vari stili dei diversi artisti, perché trasformando l’opera in mosaico non può interferire in modo personale con lo stile dell’artista “Ad esempio in ambito musicale io sarò quello che dirige l’orchestra del compositore, perché una cosa è chi fa il bozzetto e l’altra è chi poi lo reinterpreta e lo suona, o nel caso nostro lo traduce in mosaico.”

“Il fatto di viaggiare per il mondo per lavoro e di città in città poter vedere le opere che hai realizzato mentre le persone ci si scattano un selfie, o vedere un gruppo musicale che si esibisce davanti al tuo lavoro ti fa capire che l’arte è apprezzata dalle persone che vivono in quella determinata zona questa è la cosa bella perché alla fine lasciamo un segno del nostro passaggio. Anche davanti alla Casa Bianca c’è un mosaico del 1972 di quando mio padre era in America da un anno e mezzo, e c’è il suo nome sul Palazzo del Sindacato e ogni volta che vado a Washington vado a vederlo.”

        

Il materiale scelto per le opere musive è di prima qualità, come ori, marmo e lo smalto veneziano che è molto costoso essendo realizzato solamente da due famiglie in tutto il mondo ed è un prodotto che incide molto nel lavoro: quindi quello che si può vedere è quello che realmente è l’opera, che di conseguenza risulterà di qualità anch’essa.

“Da poco abbiamo preso in carico un’opera incredibile che stiamo per iniziare, si tratta di un progetto che come idea nasce centocinquant’anni fa, quando il Re della Thailandia visitò l’Italia, penso che visitò i Musei Vaticani dove ci sono delle tracce di micro-mosaico; e rientrando in sede scrisse un lascito dicendo <<Vorrei che la sala dell’incoronazione nel nostro tempio principale venisse addobbata con questi micro-mosaici che raccontano la storia del nostro Regno.>>
Centocinquant’anni dopo, gli eredi di questo Re tailandese, decidono di assecondare il suo lascito e quindi cercano nel mondo le aziende che possono farlo, e noi veniamo selezionati fra i papabili.
Arriva l’ambasciatore tailandese a visitare l’azienda e dopo la prima visita fa un report in patria dicendo che noi potevamo essere quelli a cui far fare il lavoro, quindi ci incaricano di realizzare un campione che a loro serve per capire il massimo della mole e a noi per capire le tempistiche, ed è fatto nel loro stile, la loro arte e i loro decori.
Questa commissione impiegherà quattro anni di lavoro per una decina di persone, sono circa settemila giorni di lavoro che comprende tre pannelli, e quando abbiamo fatto il campione ho detto ai lavoratori che se dobbiamo perdere questo progetto è perché qualcuno lo fa più a buon mercato, ma non perché qualcuno nel mondo lo fa meglio di noi.”

      

Quando abbiamo chiesto a Fabrizio quale fosse il lavoro più bello che ha realizzato ci ha risposto: “Ti rispondo come Enzo Ferrari: quello che devo ancora fare, quello è il più bello!
In modo che così guardi sempre al futuro e mai al passato. No, ce ne sono però ovviamente, ognuno è legato ad un’artista, quindi a volte mi chiedo se sei più affezionato alla persona o all’opera perché con tanti di questi artisti siamo diventati amici ma amici per decenni.”

Nel 1876 quindici abitanti di Knock vedono l’apparizione della Madonna, riconosciuta come terza apparizione dopo Fatima e Lourdes. Viene presa la decisione di realizzare un pannello per la basilica che ospita fra i quattro e i cinque millioni di pellegrini all’anno.
L’illustratore dipinge la scena quindi i quindici personaggi che vedono l’apparizione così com’è stata descritta.
Questa commissione arriva alla Travisanutto Mosaics perché il rettore della basilica vide nella basilica di Washington i loro mosaici, e così nasce il progetto di duecento metri quadrati per un lavoro di sei mesi e un mese di installazione dell’opera, quindi un progetto che si sviluppa nell’arco di otto mesi tra spedizioni e tutto il resto.

Il target a cui si rivolge la Travisanutto Mosaics è quello dell’alto artigianato per non essere competitivi sul mercato e poter restare in Italia perché il made in Italy è sinonimo di alta qualità nel mondo.
Infatti, ogni loro opera è realizzata con il massimo della cura nei dettagli e viene pubblicizzata solamente tramite passaparola nell’ambito dell’artigianato musivo.
“Ogni opera parla di quello che hai fatto ma anche di tutta la squadra, perché io sono un cognome che al mondo viene conosciuto come sinonimo di qualità ma non perché sono io o mio papà, ma per la squadra che io e mio papà abbiamo avuto sempre alle spalle. Dietro ogni lavoro c’è tutta la squadra che ha partecipato, questo è fondamentale.”

 

 

Dove seguirlo e contattarlo:

Via Marchetti 8, Spilimbergo

https://travisanutto.it/

https://www.instagram.com/travisanuttomosaics/